Così ti vedo
in quel bisbiglio di luce
che scivola sotto la porta quando viene giorno
Nelle foglie stropicciate che piovono a terra
Nelle bambine vestite di rosso
che saltano le pozzanghere a piedi uniti
Nelle biciclette che inciampano
sulle rotaie dei tram
e poi riprendono equilibrio
Ti vedo nelle briciole di biscotti
abbandonate
e galleggianti
nel fondo del caffè
Negli angoli piegati delle pagine più belle
che tanto sai che quei libri
chissà quando li rileggerai
e poi chissà se sarai la stessa
che ha fatto quella piega
Nelle matite colorate senza punta
e nei calzini lasciati a terra
Ti vedo meglio quando non ci faccio caso
e poi mi accorgo di averti visto
Nelle camminate che fanno rumori strani
e nelle candele che colano cera
Nei tappeti su cui puoi distenderti
nella frase: “come un lino teso a sventolare”
nei naufragi
e nelle pelli dei tamburi
Nelle lune inquadrate da finestre opache
nei braccialetti che si slargano attorno al polso
nel colore viola
ma anche nell’arancione
a volte
anche nell’arancione.
Stefano Visconti
Come già ti scrissi, questa poesia è bellissima. Davvero delicata e “toccante”.
Ti mando un forte abbraccio di benvenuto!
Spero vorrai farci dono di altre perle 🙂
Mi unisco agli elogi.
Capita raramente di leggere cose che toccano le corse interiori.
errata corrige: ovviamente erano “corde” e non “corse”.
🙂
la trovo bellissima. questa presenza assenza non poteva essere sussurrata in modo più dolce o più vivido…