«Che troia, puttana! Dico: ma l’hai vista che oca? Miss Cetriolino, tutta magra com’è. La odio»
«Ma si può sapere di chi stai parlando?»
«Ecco, vedi, sei la solita: smettila di fare la finta tonta!»
«Ho capito: di nuovo Michela»
«Vedi che fai la finta tonta? Secondo te, se dico “che puttana” di chi parlo? Di quella troia, naturalmente! Ma hai visto come fa con Simone?»
«Calmati, Ale, non prendertela così»
«Ma stai scherzando, spero? Una troia puttana che mangerà solo cetrioli per essere così magra (che poi secondo me non è neanche carina) ci prova col mio ragazzo e io dovrei stare zitta? Ma siamo impazziti?»
«Ale, lo sai meglio di me che il problema non è Michela, e smettila di chiamarla in quel modo, dài»
«Ma hai visto come si comporta? E poi, scusa, sei amica mia o di Michela? Devi sempre difendere tutti tu, sei snervante! Adesso mi verrai a dire che non ce la devo avere con Michela se fa l’oca con Simone? E comunque per tua informazione la chiamo come merita di essere chiamata, quella troia»
«Cosa dice Simone di tutto questo?»
«In che senso, “cosa dice Simone”? Cosa vuoi che dica? Non capisce niente, come tutti gli uomini, del resto»
«Ma ne avete parlato?»
«Certo! Lo sa perfettamente quanto mi dà sui nervi quella troia. Lui dice che non ho motivo di essere gelosa… ma io non sono gelosa per niente! Semplicemente non sopporto Michela, deve sparire dalla circolazione: è tanto difficile da capire?»
«Ale…»
«Dimmi una cosa, sinceramente: secondo te Michela è carina?»
«Ale, non credo che ti faccia bene…»
«E quanto è odiosa quando fa la finta intellettuale! Ma l’hai vista? Se la tira soltanto perché fa la giornalista. Che poi: “la giornalista”, puoi capire! Scrive per quel settimanale sfigato per casalinghe frustrate… proprio una cosa di cui andare fieri, eh! Ma non mi hai ancora risposto: è carina, secondo te?»
«Ale, davvero, non penso sia questo il punto…»
«È più carina di me?»
«Ascolta, ti prego…»
«È più carina di me?»
«Ti ammalerai se continui così! Cerca di evitare i paragoni, non siamo qui per stabilire chi è la più carina! Lo so che è difficile, lo so, ma non ti fa bene tormentarti in questo modo. Ci saranno sempre ragazze che ti sembreranno più carine, più interessanti, più tutto di te!»
«Sere, dimmi la verità: secondo te a Simone piace Michela? Mi fa impazzire questa cosa, mi fa impazzire. E non so più cosa fare, non so come uscirne… non mi sono mai comportata così! Non hai idea delle scenate che faccio a Simone, sto rovinando tutto»
«È normale, tutti abbiamo delle insicurezze! Anch’io provo gelosia a volte, cosa credi?»
«Ma perché? Perché sono ossessionata da Michela? Tu dici che è una questione di insicurezza… forse hai ragione. Però è la prima volta che mi comporto così. Perché d’un tratto non riesco più a fidarmi di Simone? Ho sempre bisogno di controllarlo, di sapere dov’è, con chi è, prima non ero così. L’altro giorno ho fatto una cosa terribile…»
«Cosa?»
«Ho letto le sue mail. Lo so che non avrei dovuto, lo so. Ma non ho resistito: aveva lasciato il computer acceso… non ho trovato niente di compromettente però… voglio dire: ti rendi conto di quello che ho fatto?»
«Non ci pensare»
«Come ho potuto?»
«Ora piantala di sentirti in colpa: non serve a niente!»
«Sì, lo so, hai ragione»
Arianna
eh, che brutto riconoscersi in tanti versi…
Aiuto mi sembrava che stessi parlando di me! faccio proprio così, insulto, mi snervo…ma perché mai reagiamo così, cosa ci sarà dietro?
ohoho cosa si apprende delle donne in un blog!
non pensavo così…così ecco!
La reazione del personaggio “Ale” è diffusa, e condivido l’esigenza di Mina di capire cosa ci stia dietro. Insicurezza? Paura dell’abbandono? Sì, ma perché insultare “la rivale” anziché prendersela con il proprio fidanzato che le dà corda (forse)? Si tratta di un comportamento a cui le donne sono state abituate affinché non si percepiscano come solidali?
Un aspetto che mi pare importante sottolineare è anche questo: se le donne, quando sono colte da gelosia, si concentrano sulla “rivale” non faranno mai conti con le proprie insicurezze… e allora continueranno a essere insicure!
Credo che la responsabilità di una relazione sia anzitutto delle due persone che formano la coppia. Gli esterni fanno il loro gioco, però se la coppia “scoppia” non credo sia per ragioni/persone esterne a essa. Capita che qualcuno s’innamori di una persona già fidanzata o addirittura sposata… ma si può fargliene una colpa? E’ sempre un male? Non lo so. Credo che le sfumature siano molte, e anche le sofferenze.
Ora faccio una mossa furba: vi do appuntamento a domani con la seconda parte e ne riparliamo, ok? 😉
Un abbraccio!
Mi viene in mente ancora questo: forse non dobbiamo limitarci a chiederci il perché di comportamenti come quelli del personaggio “Ale”, bensì pensare a come possiamo evitare di adottarli noi stesse. Naturalmente le due “ricerche” (della causa e della soluzione) sono connesse!
Nei momenti in cui abbiamo la tentazione di comportarci come Ale potremmo sforzarci di prendere distanza, di osservarci dall’esterno (come spesso è stato sottolineato in questo blog). Prendiamolo come un esercizio, in cui diventeremo poco a poco sempre più brave.
Inoltre, credo che se ci alleniamo a provare compassione e comprendere il punto di vista di tutti (le tante Ale, Michela, Sere e i tanti Simone che incontriamo), riusciremo più facilmente a non identificarci con la nostra gelosia, rabbia, delusione, paura ecc.
Se ci esercitiamo a recitare la parte di “Sere” con noi stesse e con le nostre amiche, forse possiamo allontanare quegli atteggiamenti che, in effetti, non ci fanno onore neanche un po’.
Ari ti darei un bacio.
Ammetto che avevo inteso diversamente il tuo scritto, e mi sono resa conto dell’equivoco leggendo la seconda parte. Ok il problema dell’insicurezza come causa di malessere, ma non credo sia sempre correlata agli sfoghi di rabbia, che secondo me sono necessari dopo l’impatto con molti stronzi… ognuno li espelle come crede. Credo sia una questione di carattere. Io mi riconoscevo in questo 😉
Senz’altro c’era anche questo. Le due parti trattano di temi un poco diversi, in effetti (in questo senso va bene averle divise, anche se l’ho fatto anzitutto per ragioni di spazio).
Mentre nella seconda parte mi sono concentrata sulla difficoltà di fidarsi e di accettare l’incertezza, nella prima parte ho cercato di descrivere la reazione di rabbia del personaggio “Ale”, colto da gelosia. Certamente è una questione di carattere ma credo che sfoghi così violenti (e ingiusti, anche: perché insultare un’altra donna?) non siano necessari né utili. Aiuta a sentirsi meglio insultare qualcun altro, anche se questa persona non ci può sentire? A me non sembra. Credo che si possa lavar via un’emozione negativa senza tutta questa violenza, senza “ridursi” (e non uso a caso questa parola) a recitare il personaggio “Ale”.
Beh innanzitutto mi sembra che tu sottovaluti l’esistenza dei veri e propri stronzi a questo mondo… gente che si comporta in certi modi solo per il gusto di farlo. Posso anche accettare che tutti abbiano una storia e una ragione alle spalle per essere stronzi, ma di sicuro non li giustifico. Quindi, ecco perché può succedere di insultare un’altra persona e secondo me non è ingiusto. E per quanto riguarda gli sfoghi violenti… che tu ci creda o meno, poi ci si sente meglio… ma condivido, si potrebbe imparare a gestirli.
Sì devo dire che anche io mi sento un po’ solidale con le “Ali”…insomma di troie ( e che cavolo chiamiamole con il loro nome!) ce n’è davvero parecchie in giro. Cioè…dai davvero non vi è mai capitato di vederne?
È anche vero che la reazione dello sfogo aiuta…a me per esempio aiuta…è vero che forse è un po’ ingiusta con le varie “Michela” che non sono lì per difendersi…ma posso permettermi di essere un po’ politicamente scorretta? Chissenefrega???? Cioè…a me non importa proprio un fico secco di essere corretta verso una stronza….onestamente non me ne frega!
Questa è solo una parte del discorso. L’altra parte è “Simone”, cioè se Simone ci sta, beh forse dovrei rivalutare la mia relazione con Simone perché è un coglione anche lui. Per carità se Michea e Simone si innamorano, io non ci posso proprio far niente, ma devono farlo proprio davanti a me? Non possono parlarne, capire che sono innamorati e poi dirmelo in modo civile senza flirtare davanti ai miei occhi??? Insomma le due cose non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra.
La terza parte del discorso è che a me personalmente succede che quando mi ingelosisco o una mi sta sul cazzo, è perché a volte non mi sento “abbastanza” figa come lei. O perché mi accorgo che forse lei usa le sue doti fisiche in modi in cui io non sono capace di fare…e poi ci penso un po’ su e mi accorgo…che io non voglio usare le mie doti fisiche come lei…allora in questo senso…mi accorgo che arrabbiarmi è inutile…perché io, pur avendo la possibilità di fare l’oca e atteggiarmi come le varie “michela”…scelgo di non farlo. E forse chi sta con me, ci sta proprio per questo, perché ne ha le tasche piene di Michele, e vuole un Ali (e allora però la dovrebbe anche accettare con tutte le sue insicurezze). Però è vero che a volte vedo una che è socialmente vista come “strafiga” e un po’ mi sento da meno. Forse dovrei lavorare un po’ più sull’accettazione di me stessa…
Ancora una cosa riguardo all’insicurezza e allo sfogo di Ali. Devo dire, per quanto limitato possa sembrare, che spesso in uno di questi sfoghi…io arrivo a ridicolizzare la Michela di turno. E a quel punto mi sento meglio. Ripeto, non è politicamente corretto…ma si deve per forza sempre esserlo?
Come dice Silvia…ognuno ha la sua storia…questo vuol dire che anche io ho la mia, e se Michela reagisce facendo la troia, io reagisco ridicolizzando chi ha bisogno di fare la troia per sentirsi accettata.
Questo senza togliere che, se Michela a un certo punto dovesse dimostrarsi in realtà una persona piacevole…anche io sarei più che disposta a cambiare idea su di lei.
Che bello che si parli di Michela e Ale come se le conoscessimo! 😉
Ognuna di noi dovrà (faticosamente) trovare il modo di capirsi e capire quali strategie funzionano su di sé. Su di me lo sfogo di rabbia non funziona benissimo, un conto è se mi faccio una nuotata, un altro è se insulto pesantemente un’altra persona. Ripeto: su di me.
Non credo che il problema consista nell’essere “politicamente corretti”, bensì nel non “lasciarsi agire” dalla propria gelosia, rabbia, fastidio, invidia ecc. (questo sempre secondo me).
Detto ciò, ognuno ha il suo carattere e il suo modo di reagire: ad esempio, quando mi sento inferiore a qualcun altro io provo tristezza piuttosto che rabbia, ma questo non è un modo di reagire “migliore”, ovviamente! E’ soltanto diverso.
Michela può starmi antipatica perché suscita in me gelosia, invidia e senso di inferiorità, forse ridicolizzarla (nel senso di prenderla sul ridere) può aiutare anche me ma la cosa che – a lungo termine – mi serve di più è pensare a me stessa. Chissenefrega di Michela, perché dovrei concentrarmi su di lei, insultandola? Devo pensare a come non sentirmi inferiore a lei, a come smetterla di confrontarmi con lei, a come accettarmi di più per quel che sono, a prescindere da Michela. Preferisco (anzitutto perché funziona meglio) rendere più forte me stessa piuttosto che indebolire la Michela di turno. Tanto ci sarà sempre una Michela a mettermi in crisi e ogni volta dovrò fare il lavoro da capo, meglio affrontare il problema alla radice, a partire da me stessa.
Detto ciò, ognuna trovi la sua strada e le sue strategie di sopravvivenza…
in bocca al lupo, ragazze! 😛
Mie care amiche, questo è un dato di fatto. Se una ragazza può decidere se prendersela con un ragazzo o con una ragazza, state certe che sceglierà sempre quest’ultima. Perché? Perché ci conosciamo troppo bene! Sappiamo esattamente, cosa passa nella testa della nostra rivale. Lei ha un piano diabolico, premeditato e terribilmente scaltro per portarci via ciò che amiamo. Ed il bello è che neanche le interessa, lo fa per gioco, per sfida, perché vuole dimostrarsi di essere ancora in grado di attirare la dovuta attenzione. Lo sa che il suo comportamento è rischioso, lo sa che potrà avere conseguenze nefaste, ma è la cattiveria che la guida, niente la può fermare. È il diavolo in persona.
E cosa ne può quel poveretto, di fronte al diavolo. Lui, così ingenuo e timido, magari anche un po’ imbranato, però tanto carino. Come un cucciolotto da coccolare e accudire. Mica ha capito con chi ha a che fare, quale pericolo gli si para di fronte!
E allora è li che dobbiamo mostrare i denti, di che pasta siamo fatte. Andiamo dalla nostra migliore amica e riempiamo di insulti, maledizioni e malocchi la malcapitata (a sua insaputa).
Chissà che qualcosa prima o poi non faccia effetto…
Avete mai pensato alle bamboline voodoo?