Nuda sei una vena di burro
sciolta tra i seni
come spalmata sul pane,
sei un culone di cioccolato
e brufoli di crema.
Sei un alito di panna dolce
e se ti lecco
per il tuo gusto dico
albume,
tuorlo il sesso bagnato.
Le tue ascelle
sono pelle d’albicocca,
zucchero a velo le cosce.
Il pizzo pare glassa
per guarnire
le tue golose grazie.
Che di te
voglio mordere le carni
coi denti, sì
e dal forno
coricarti sul letto.
Giulio
elle semble exquise…bon appètit…
quanta sensuale dolcezza… tenero e non volgare, apprezzo
Mi è venuta così, senza soggetto vero e proprio, mentre passeggiavo oggi in città! Sono contento che non dia l’idea di essere volgare, non voleva esserlo 😛
A presto!
Giulio
Oh, finalmente anche quelle che vengono comunemente definite imperfezioni (vedi “culone” e “brufoli”) diventano poesia!
Bravo, Giulietto, mi è piaciuta assai.
ovvio che non volevi essere volgare, ma ho voluto sottolineare questo aspetto perchè al giorno d’oggi è difficile non parlare del corpo (soprattutto femminile) in questi termini… bello che tu abbia invece espresso la ‘burrosità’ di una donna (una? nessuna? tante?)… bacio
Elisa
In questo caso nessuna, in un certo senso 😛 O meglio, è una poesia senza soggetto/oggetto, m’è venuto il primo verso e gli altri a seguire senza una immagine “visiva” insieme!!
E’ raro che mi succeda così, mi son stupito 😛
già sopra avevi scritto che ti era venuto così senza soggetto… così mi sono permessa questa libertà di scrivere che è dedicata a una e tante donne insieme, ma forse anche a nessuna… ho avuto anch’io un momento di vena artistica-sognante-romantica 🙂
Really? Bisogna sempre mantenerle, quelle vene, sono quelle buone!!
Baci, G.
“e dal forno
coricarti sul letto”
non l’avessi scritta tu, te la ruberei. complimenti.
Rubala! Le poesie sono anche di chi le legge, dopotutto 😛 Grazie, sono molto felice della piega “poetica” degli ultimi giorni!
A presto, G.