Minuscola
ancora ripeti
“sei cresciuto”
ma da anni sei tu
ad esser piccina.
Raccolgo di te
la figura sfumata
che ruga su ruga
scompare.
Bianca è la veste
di mattina, bianca
la pelle
della tua mano stanca.
Hai sepolto
le labbra di oggi
nella vita di ieri:
il futuro non aspetta
e t’abbandona
poco a poco
piegata nei ricordi.
Piegato indietro
un giorno forse
anch’io riavrò quei doni
che tu mi feci
e adesso
proprio non ricordo.
E con quelli magari
il tuo volto più giovane
che dirò e ridirò
e dirò ancora
a nipoti già grandi
stanchi
di storie da vecchi
masticate tra le gengive
mie, stavolta
e inciampate tra labbra
senza più denti.
Sepolte anch’esse
nella terra scura
della vita di ieri.
Giulio
Minuscola
ancora ripeti
“sei cresciuto”… che tenerezza!
E’ proprio quello…che una immagine sempre da sempre macchiata di una certa austerità alla fine prende una forma di tenerezza: proprio nel momento in cui il corpo appassisce e rimane qualcosa di traslucido…che sia l’anima?
G.
La marea del tempo, Giulio, accarezza e spesso pulisce l’arena della nostra essenza,
dimenticata fra le molte conchiglie rotte di una vita.
Una poesia che mi ha toccato.
Shakbar
Ne sono felice, Shakbar! A presto!