pensiamo a uscire, e a proteggerci
dagli spari della pioggia e dai maligni. Pensiamo
alle aperture improvvise
i contratti da rescindere
le valigie da preparare
i pacchi da spedire
lo spago con cui chiudere i capitoli e
affogare le parole.
pensiamo alle mollette appese al filo
che attraversa il giardino. al pesce rosso
nella pozza, alla finestra scardinata
pianta nell’angolo.
le maglie da piegare
i soldi e i sogni come granaglie
i giudizi da ignorare.
la schiena che si volta per
continuare a ripartire
mentre il suo padrone fa l’equilibrista
sul suo umore di filo
dentato, sdentato, spinoso,
scollato.
scollato.
Michele
“mentre il suo padrone fa l’equilibrista
sul suo umore di filo
dentato, sdentato, spinoso,
scollato”
mi sento esattamente così, in questo periodo della mia vita di grandi partenze e pochi arrivi… grazie, Michele!