ma i muri erano morti.
Non una metafora
ma cataste di bare
fatte di morti.
C’erano lapidi
e la terra di sotto
anche quella era morta.
Così i volti e le date,
i riassunti essenziali.
Leggo una frase:
“tu che passi
fammi un sorriso.”
Sorrido, anch’io passo.
Giulio
A very interesting teaching!
Paolo
“tu che passi
fammi un sorriso.”
Sorrido, anch’io passo.
E già, ce lo dimentichiamo a volte, ma siamo tutti passanti…
molto bella come chiudi!
Davvero moriremo? Io mi guardo allo specchio a volte e mi chiedo: davvero smetterò di esistere? Mi sembra impossibile…eppure…
Eh ma ti sembra impossibile perché moriremo tutti tranne te, naturalmente! 😉
Scherzi a parte, è vero, sembra così irreale il pensiero della propria morte, a volte. E altre volte, invece, così vicino, come quando per un pelo…
In un certo qual senso, c’è un mio amico che sarebbe d’accordo sulla prima parte, vero Raji? 😛