Il primo angolo del mondo
è uno stanzino buio
ricolmo di bottiglie da travasare.
Nera la notte
vi cuce scintille di vino
e sull’Alleluia dei preti
induce al pensiero dei fari
e della gente che pesta
asfalti e asfalti di noia.
Il secondo angolo è una sorta
d’incrocio fra muri in rovina;
a vederlo lo si direbbe
un comune angolo fradicio
di periferia.
Ci si ferma di rado
qualche stupido cane rognoso,
giovani, affrettate domestiche
passano come se fosse niente.
Il terzo angolo porta scritte
le Leggi del Mondo
ma sono illegibili
scolorate dal vento.
Dicono abbia il colore del cielo
ma non manca chi afferma
che è solo un pezzo di muro
privo di intonaco, con le facce
cascanti
come le labbra di un vecchio.
Il quarto angolo del mondo
è – in quanto tale – inesistente
(visto che il mondo non è quadrato)
ma è su di esso
che nascono le più belle leggende:
roba passata e talvolta
persino stucchevole come i giochi
che i bambini intessono
nelle sere d’estate.
bellissima.
Ma qual è il quinto angolo? Come per gli elementi, dovrà pur esserci anche il quinto!
G.
mi piace molto – viva il quarto angolo – e questo ‘passano come se fosse niente’ mette i brividi…