E così, l’Italia che festeggia e quella che protesta, l’Italia che urla “Roma ladrona” e quella che a Roma ci vive, l’Italia pro e quella contro, l’Italia, questa e non un’altra, entra in guerra.
Osceno continuare la solita vita, eppure la vita continua: ci preoccupano i soliti dolori da ricchi impoveriti, l’ombelico del nostro solito mondo e il mal di testa che, al solito, arriva il giorno prima. Nel frattempo, sull’altra sponda, i soliti ultimi si preparano a morire.
Arianna
Illustrazione di Elisabetta Bernardi
Precisazione forse non superflua: in guerra c’eravamo già, anche se non ce ne accorgevamo. Ora partecipiamo anche a questa guerra, ma lo stato di pace, definito come estraneità a conflitti armati, ci era sconosciuto già prima.