Esistere psichicamente. Nient’altro. Di vivere ho già tentato invano.
Ho sperimentato svariate forme di malattia psicosomatica. Ma il mio corpo come mezzo di collegamento alla realtà non funziona.
La mente separata viaggiava solitaria, aspettava il compagno di viaggi per spiccare il volo,
l’arrugginita carcassa.
Mi sono dimenata in numeri e formule. La puntigliosità come arma del mio (mentale) suicidio.
Mi guardo indietro e penso che è stato lavoro inutile, fiato sprecato.
Da questo viaggio improbabile sono tornata indietro a mani vuote: i blister svuotati, le boccette, le pastiglie omeopatiche il mio unico souvenir.
Nikka Visconti
Bel post! I miei complimenti!
Il rischio è che un eccessivo affannarsi sulla propria mente produca un’individualismo non esente dall’essere parte in causa in un processo di autodistruzione…
Spero avrai modo di ricambiare la visita 😉
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/05/21/psicofornication/