
Le ferite, ognuno ha le sue.
Allora bisogna incastrarsi bene ché se per proteggere le tue ferite calpesti quelle altrui, e se gli altri per proteggere le loro calpestano le tue, non funziona. Si perde, tutti.
Ma il problema è che le ferite, dove sono, esattamente, non si sa.
Arianna
foto: Desirée Munter
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Pubblicato da arikita
Che ci faccio qui, su questo pianeta? Di preciso non lo so. Me lo chiedo spesso, però. Per ora sono arrivata alla conclusione che sia per contribuire a rendere la realtà interna (me stessa) ed esterna (il mondo in cui vivo) un posto più accogliente per tutti. Per sentire mie le battaglie combattute in nome dell’uguaglianza, della libertà, della giustizia. Per esercitare la compassione e provare a comprendere.
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Ci ho ritrovato una parte della mia vita nelle tue parole. Non avrei saputo dirlo meglio.
Grazie 🙂
…si perde tutti. già già…..chissà che almeno possa essere un modo per individuarle … peccato che per farlo si soffra e si faccia soffrire! 🙂
Non è detto che sia solo questo il modo per conoscere il luoghi delle proprie ferite…magari ce n’è un altro, magari che permetta di spurgare il dolore invece che crearne di nuovo…
…chissà 😛
Sì, è vero. Ma per non causare dolore bisogna conoscere anche i luoghi delle ferite altrui e, a volte, ci si accorge di una ferita solo dopo averci messo il dito sopra…
a volte occorre farsi male per scoprirlo, far male e accettare il dolore come parte della vita.c’è e si supera.