Parte Seconda
Erano le otto. La sveglia suonò, faceva il rumore di un picchio che becchetta la corteccia di una sequoia canadese (così le aveva detto la nonna Ba regalandogliela).
Melina si destò e prima ancora di aprire gli occhi sentì che c’era qualcosa di strano. “Molto stranissimissimo” pensò.
In genere al mattino si sentiva così così, invece quel giorno avvertiva tutta una energia dentro che la faceva stare bene.
Per andare al bagno passò davanti allo specchio e di sfuggita le parve di avere delle macchie sulla pelle.
“Ohibò” sobbalzò “non mi sarò mica presa il morbillo o la varicella?”
Ma questo pensiero di malattia contrastava col suo benessere (che pian pianino si diffondeva sempre più nel suo corpicino).
Alzò la tapparella e ritornò a guardarsi allo specchio.
“Mah… ma…mah ???”
…
…
…
Melina si stropicciò ben bene gli occhi un paio di volte, poi tornò alla finestra per fare ancora più luce.
“Melina ti sei svegliata? Fai tardi a scuola”, sentì sua mamma Bi che la chiamava, intenta a preparare la colazione.
Tornò davanti allo specchio.
“E’ proprio vero. Mannaggia!” pensò la bimba.
E le sue labbra si schiusero in un largo sorriso che lo specchio le restituì tutto intero.
Fine parte seconda
Viva Melina!
Mi piace, è scritta davvero bene questa fiaba…son curioso di sapere come procede!
G.