Respiro, esposto,
sulla parete nord;
tra i licheni
la roccia ammuffita,
lapide di qualche collembolo,
di un cuore
da troppo tempo seduto.
Rugiada
sulle foglie secche d’autunno,
il buio si fa prima
ed io rimango al calar
ancora nel bosco,
per fondermi con esso,
smettere di esser carne.
Giacomo
quel cuore seduto mi piace davvero molto!
chicca
A me invece sono piaciute le descrizioni, molto efficaci e poi quel
il buio si fa prima
ed io rimango al calar
ancora nel bosco
ma grazie! sono contento vi sia piaciuta. a dire il vero quando l’ho scritta temevo che qualcuno potesse capire che il “smettere di essere carne” era un suicidio. d’altronde se mi preoccupassi di tutte le possibili interpretazioni potrei smettere subito di fare poesie.
firmato Giac ovviamente.
Sì, infatti e poi, forse, il bello dell’arte consiste anche nel fatto che ognuno può metterci un po’ di sé… vi è chi sostiene che un’opera non appartenga al suo autore il quale, dopo averla prodotta, non può parlarne da una posizione privilegiata, ma solo come un interprete tra i tanti. Capita infatti che un’opera non piaccia all’autore (che magari tenta di distruggerla) e invece “parli” a molti lettori.