Illuminate stelle apparvero
da un passato lieve
mute, incantevoli sorelle
si aprirono ridendo
e ci promisero
per il mare enorme, nero
dolce speranza e gloria
negli occhi misero
il miele del ritorno.
E noi lì sotto come scemi
gli occhi fissi ai remi
guidammo sulla schiena
orrenda dell’oceano
come inutili zanzare
noiosa e vana pena al dio
e già la nostalgia
cullava dolce il cuore
mentre Itaca spariva
dietro i flutti.
Nel cavo dell’udito ancora
il tenero rumore
dei grilli fra le stoppie
vennero le stelle
parlandoci dei caldi
abbandonati letti
e lente mani sui telai.
Poi gli dei sparsero
per gli ampi campi del cielo
un gregge nero
vomitando nuvole
e cupo divenne il cuore
cupo si fece il mondo
.
Una poesia che riesce a lambire l’arena del cuore.
Paolo
Grazie Paolo, troppo buono.