Corpi rotti, scomposti, ordinatamente a pezzi. Attenzione, importante, contare i pezzi, uno per uno: sparsi, va bene, ma non dispersi.
Corpi pieni, stipati d’angoscia, un’ansia antica infilata tra gli arti, la pressione, la pelle secca. E davanti speranze nuove, come nuove le paure.
Corpi fermi, finalmente quieti, niente sorprese. Corpi immobilizzati, temporanea protezione da ulteriori incidenti, da queste ed altre cazzate.
Corpi fatti numeri, a ingrossare le statistiche degli ospedali, finiti ammucchiati in una nota per lo speaker, in fondo alle slides.
Che almeno la voce sia squillante.
Arianna