Un uomo e una donna.
Una piccola casa.
Un figlio
e una briciola d’amore.
Due figli
e una briciola d’amore.
Un’altra piccola casa,
un’altra ancora.
Una stradicciola in terra battuta.
Qualche albero
e un campo coltivato.
Gli attrezzi del contadino
il pozzo, il secchio
l’acqua fresca sulla pelle del mattino.
Altre case e stradicciole
molti uomini e donne:
un piccolo villaggio sulla costa.
Un porticciolo
dieci barche grandi come conchiglie
dieci vele rammendate.
Uomini che fanno colazione di riso
e salpano al primo sole.
Le risa dei ragazzi che giocano a palla
le botte dopo le risa
le piccole ingiustizie.
Un mazzolino di fiori di campo
occhi timidi, sguardi divergenti
e una briciola d’amore.
Un’altra piccola casa
riso e sorrisi di tutti
invidie di alcuni.
Il giorno dopo
i rumori di sempre
di terra e animali
di uomini e donne
che si fanno la vita.
Poi un giorno come altri dal mare
l’acqua si alza in un muro di pietra
e corre verso la costa.
Sbiancano i cuori di tutti
mentre i corpi, le case, i figli, le stradicciole in terra battuta, gli alberi e i campi coltivati, gli atrezzi del contadino, il pozzo e il secchio e l’acqua dolce e fresca del mattino, altre case, il villaggio, il porticciolo, le dieci barche e le dieci vele rammendate e le reti, i ragazzi e il pallone, i fiori di campo e le invidie e tutte, tutte le cose di sempre
vengono cancellate dalla faccia della terra.
Persino la briciola d’amore.
Gli usignoli perdono il canto
quando il mare recede e scopre la terra:
ogni cosa è distrutta, scomposta e ferita.
I superstiti vagano
tra le macerie sconvolte dal lutto.
Niente, nulla, nessuno
è più come prima.
Poco dopo
dal sole e dalla terra germoglia
una briciola d’amore.
Questa poesia è dedicata a tutto ciò che viene costruito a ridosso dell’oceano interiore e che vive costantemente il rischio del maremoto. A ciò che di superbo di fa senza considerare di quanto in fretta può scomparire.
Giulio
Anche stamattina mi sono nutrito di una briciola di amore…
Grazie Giù!
Grazie Giulio!!
risp solo ora, ma anche a me è piaciuta molto. Fike anche le immagini!
hokusai?
Hokusai 😛
Inoltre: prego ai grazie, pensavo che non fosse piaciuta a nessuno questa poesia in un primo momento, mentre è a me molto cara. Forse perché semplice, non so.
Un abbraccio, G.
nono figa, il nuovo stile mi garba, più istantanea, meno costruita. approvo.
Invece a me erano piaciute di più altre poesie di Giulietto… di questa apprezzo il tema e il tono semplice, quasi da fiaba, un tono capace di rendere dolce persino una tragedia profonda come lo tsunami. Però manca qualcosa, non saprei, forse un’emozione intensa, un velo da scoprire (nel duplice senso di trovare e poi rimuovere).
O forse sono io che non sono dell’umore giusto 😉