Miriam è un volto
corroso dall’acne.
Prende la tazzina del caffè
con grazia infinita
con la premura spontanea
della mano che si chiude sul glande
– può esserci delicatezza
e amore nella mano
che si chiude sul glande? –
Oppure la sua grazia
è dello scrittore che scivola
la sue note sul foglio.
Miriam si dona
generosa nel gesto.
Si dona nella pezza sul tavolo
si dona dietro al bancone
nel battere il fondo del caffè
e si dona mentre
dietro al bancone
canta una canzone
di parole semplici
come sciocche
quasi non vista.
Si dona a ognuno in modo privato
come fosse l’unico
o almeno l’ultimo.
Poi entro
e al mattino, al pomerriggio e alla sera
Miriam non c’è più.
Altrove
raccoglie e dona la vita,
altrove dispensa
il delicato delle sue mani.
Giulio