Cosa sarà 
della Grecia, della Spagna,
dell’Italia.
Cosa sarà dell’abisso
minacciato
e delle cose importanti
più importanti di queste
che forse
non abbiamo imparato.
Cosa sarà delle cose
piccole
che resistono
nonostante tutto.
Cosa sarà delle cose
che per un attimo
dopo anni
finalmente.
Cosa sarà
chi sarà
pronto
per quel “cosa”
nel momento in cui
chissà.
Arianna
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati
Pubblicato da arikita
Che ci faccio qui, su questo pianeta? Di preciso non lo so. Me lo chiedo spesso, però. Per ora sono arrivata alla conclusione che sia per contribuire a rendere la realtà interna (me stessa) ed esterna (il mondo in cui vivo) un posto più accogliente per tutti. Per sentire mie le battaglie combattute in nome dell’uguaglianza, della libertà, della giustizia. Per esercitare la compassione e provare a comprendere.
Mostra tutti gli articoli di arikita
Questo componimento mi è piaciuto,
complimenti all’autrice Arianna!
Un saluto da Lordbad
Vongole & Merluzzi
Se ti interessa noi abbiamo scritto un libro di poesie “State scherzando, vero?” – Ed. Ensemble
Lo trovi seguendo il nostro blog 😉
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/
Siamo pronti a non abbandonarci alla disperazione? Siamo pronti a entrare nelle pieghe della difficoltà e sfruttarle per giungere alle radici degli errori passati? Siamo pronti a porre nuove basi, non per riempire il nostro stomaco con le stesse identiche cose che avevano i nostri genitori (se le avevano), ma per trasmutare la società ed essere esempio per il resto del mondo?
Secondo me, non siamo pronti 🙂
E forse dovremmo, almeno un po’, prepararci!
Concordo con te: non siamo pronti. Possiamo prepararci, certo, ma i cambiamenti che si prospettano sono “macro”, mentre le persone che provano a costruire un’alternativa agiscono nell’iper-micro.
Boh, noi speriamo che ce la caviamo 😉
Si. Forse però il micro è anche un messaggio: quello cioè che la vita vissuta a livello globale in cui la relazione perde una spazialità e temporalità definita rischia di confinarci in un senso mentre ci libera nell’altro ed è proprio la crisi che può riportare ad una dimensione “umana” i rapporti tra il singolo e l’esterno.
Speriamo si, anche se sperare a me non mi basta a livello personale. Mi sto preparando, insomma 🙂