Luci oblique s’invertono nell’acqua
vagheggiano riflessi oro e petrolio
sparpagliati nel buio impareggiabile
senza più margini e quindi infiniti.
Al pari le speranze vanno al mondo
all’impossibile caos della vita
dove recitano uomini stanchi
registi del nulla avvinghiati alle ore.
Emersa l’idea è perfetta, eppure
non trova che un minuscolo spazio
per baluginare tra l’una e l’altra
intenzione, come una fibra molle
che vaga su onde di priorità
e ovunque elle la portino essa va.
fotografia: iphone nella notte di capodanno – Shanghai
Giulio
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Mi piace molto quel “quindi” nel verso “senza più margini e quindi infiniti”.
Invece ho qualche problema con “l’idea perfetta”, perché ultimamente mi sto rendendo conto di quanti danni faccia l’anelito alla perfezione, la perfezione come obiettivo e come valore.
Bellissima, invece, la foto!
Buon anno, Giulietto.
Quel verso dell’idea perfetta mi ha dato da pensare. Ho come l’impressione che a volte qualcosa emerge alla mia mente ed è una cosa bella, semplice, anche realizzabile, sebbene lontana dalle cose comuni ed allora trova nella realizzazione tute le difficoltà derivate dalla mia pochezza e dalla pochezza del contesto in cui quell’idea matura. Come un fiore che sboccia, ma si ritrova a bordo di una strada dove la gente nelle auto, va e basta e non può vederlo. Ed è un peccato, magari è un bel fiore. Non è tanto un anelito, quello di cui scrivo, quanto di una bellezza che c’è e che viene trascurata dal quotidiano.
Secondo me tendere alla perfezione non è male di per sè, è l’autogiudizio che deriva dal non raggiungerla che fa danni. Ma è solo un punto di vista 🙂
E…buon anno anche a te!!