oscuri nella notte
e la mela rimane
con la scorza ferita
acerba e incompiuta
là in alto, e vivifica
le figure spettrali
di persone che vanno
come fieri fantasmi
o mannari alle lune
del lusso e degli schermi
e dita sopra e asettico
pulito di niente,
come una mètro stanca
metallica e chiara
di igienico splendore
abbandonata nel buio
d’una via sotterranea.
Incartati nei pixel
gioielli di natale
ed un brusio meccanico
tra le solite note
che si muta in urlo
di possesso e di spesa.
Sono quasi un naufrago
ammarato sbagliato
al formicaio asfaltato
dei ricchi e dei poveri,
del consumo sfrenato
di diamanti e di i-phòne.
fotografia: luci natalizie e maxischermi a Hongkong
Giulio
Molto bella la foto e ottimo idea quella di affiancarla alla poesia in tutta la sua lunghezza, il lettore scopre a poco sia il testo sia l’immagine…
Mi sono piaciuti molto i versi “come una mètro stanca/metallica e chiara/di igienico splendore”, rendono proprio l’idea 🙂
Un abbraccio!
Ari! Grazie questo tuo commento mi ha fatto molto piacere perche’ quei tre sono i miei stess versi preferiti!
Dopo andava avanti:
abbandonata nel buio
di una vena sotterranea
invece che di una “via” ma forse la vena era troppo…e l’ho tolta.
Un abbraccio,
G.