Conoscersi sotto uno di quei cieli, a ridere del fatto che la vostra tenda ipertecnologica imbarcasse acqua da tutte le parti e la nostra, tenuta su con lo sputo, tenesse botta ai cieli, per antonomasia cangianti ed imprevedibili, d’Irlanda; conoscersi sul tavolo di un ostello a due passi dalle Cliffs, travolgenti e al tempo stesso silenziose scogliere, quando alle Cliffs ci si poteva ancora avvicinare all’orlo e, sdraiati, sporgere la testa fuori di qualche centimetro per sentire sul volto l’aria travolgerti, a cercare d’immaginarsi quanto potessero essere grandi le onde qualche centinaio di metri più sotto, ché da lì ti sembravano piccole risacche; conoscersi davanti ad una birra, insieme ad un improbabile tedesco a cui chiedemmo un passaggio in autostop, quando ancora l’Irlanda si poteva girare tutta in autostop. Conoscersi in vacanza, e come tutte le volte in cui si conosce qualcuno in vacanza e si sta bene insieme, darsi…
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