A frugarci nelle tasche troviamo cumuli di parole, come però fossero banconote scadute di conio. Giriamo allora per le strade cercando di scambiarle con le nuove, le uniche in grado di permetterci l’acquisto del pane. Ma chiunque incontriamo storce il naso quando mostriamo le stropicciate parole che abbiamo avuto in eredità da chissà quale parente lontano. Abbozza una scusa con gli angoli della bocca e sparisce nel buio. Nel marciapiede rimaniamo noi a domandarci chi ha scritto per noi questo pietoso destino da accattoni.