Si parla, si consiglia, si trovano (subito) soluzioni.
Soluzioni per chi ascolta, naturalmente. Parole per chiudere, mettere in un cassetto (uno qualunque) le cose che vanno e, porca miseria, vengono, le cose, che non si capiscono.
“Devi avere pazienza”, “Ci vuole tempo”, “Poco per volta”.
Ma l’ascolto che guarisce – o per lo meno ci prova – è quello che sta, in silenzio.
Che si siede di fianco, tenta di sincronizzare il respiro.
Non pulisce, non mette in ordine, sostiene lo sguardo dei calzini, sparpagliati per terra.
Rimane lì, con i cassetti vuoti, e tutte le cose in giro.
Arianna
Foto: Marsiglia 2013
Less is more 🙂
Ascolto: un abbraccio, concreto o no, ma sempre emozionato, al ritmo del respiro.
Aldo
Che piacere leggere questo tuo commento, caro Aldo!
Bella definizione… immagino fondata sull’esperienza 😉