E’ quella che ti fa immaginare come si sta, ma fino a un certo punto.
Fino al punto che non ti fa paura.
Ti fa stare con i piedi per terra, a fare discorsi campati in aria… tanto i piedi da lì non si muovono.
E’ una cosa tra l’immedesimazione e il distacco.
Una cosa tipo andare a trovare qualcuno che è malato – e qualcuno io lo conosco – però solo alcuni giorni, non proprio tutti tutti. Andarlo a trovare, stare ad ascoltare, non dare consigli, immaginare senza cercare di capire (“tanto tu non puoi capire”… oltretutto).
E lasciare una finestra aperta.
Se vuole… ma senza insistere.
Arianna
Foto: Parigi 2013
è proprio quella la giusta distanza. ti voglio bene Amica mia grande.
Grazie, Martulins mia.
Ti voglio bene anch’io.
Ora che abbiamo capito qual è la giusta distanza, resta solo da posizionarsi nel punto esatto. E, possibilmente, restarci… un’impresa! 🙂