Com’è difficile accettare le scelte che sembrano così sbagliate, ma così sbagliate, che lo sembrano proprio. Il percorso già segnato, dritto fino al punto che conosci: quante volte, quanti anni… per quanto tempo ancora?
“Tanto decido io”.
Certo: decidi tu.
E mi vien voglia di aggiungere: “Però non chiamarmi, alla prossima emergenza”.
Non voglio più stare a guardare, impotente, la tua distruzione.
Se solo potessi scappare via, lontano, e dimenticarmi di te, vivere senza sapere, senza pensarti.
Ma son solo fantasie.
Alla prossima emergenza sarò di nuovo lì, di corsa, a tacere e parlare di cose, che non ascolti.
Arianna
Foto: Umbra 2014
È davvero molto difficile stare a guardare, e non poter far nulla per evitare danni e dolori prevedibili. Stare lì, comunque, è già molto. È tenere accesa una fiammella di lucidità. E se non serve a far luce, almeno scalda.
Ciao,
Chiara
Grazie per questo commento!
Grazie davvero… a volte è più facile vedere quello che non si riesce a fare, rispetto a quello che – nonostante tutto – si può fare. Non foss’altro, come scrivi tu, esserci, stare con.
E scusa tanto per il ritardo con cui rispondo… mi dimentico sempre che devo connettermi per “approvare” i commenti dei nuovi utenti…
Torna a trovarci!
Senz’altro… Seguo il vostro blog… A presto!