Dopo anni di rigoroso servizio
di carichi e scarichi precisi
e d’obbedienza al manovale,
la gru prese a sognare:
si mise a contare le case,
ad orientarsi alle linee degli aerei,
a stendere il collo del traliccio
per respirare l’aria pura;
a contemplare i comignoli
a sorprendere i gatti sulle scandole dei tetti
a spiare alla finestra del decimo piano
(che era quello sguardo lungo – dietro il vetro?).
Fu per poco.
Fuori controllo, inservibile
fu smontata il giorno dopo.
Epperò si scoprì
dopo
che i comignoli spiati
avevano preso anch’essi a sognare:
passarono l’inverno a scrivere
poesie di fumo
evanescenti
intraducibili.
Giulio
Bellissima l’immagine delle poesie di fumo…
“In maggio però
lo sguardo lungo alla finestra
sorrise
e l’uomo prese a sognare…”
Un abbraccio Ari 😉