
Santander, Cantabria, Spagna, primi giorni di giugno. La città a me ignota era una piacevolissima scoperta. Non l’avevo mai visitata; ci ero solo passato una volta in precedenza, in volo da Milano, proseguendo direttamente per la stazione degli autobus per andare ad Oviedo nelle Asturie. Era bello, dopo qualche anno, reimmergermi nell’atmosfera dell’amata Spagna e scoprire che quel precario castigliano appreso per strada “hablando con la gente” era ancora vivo sotto la polvere di tante altre cose.
Al brindisi inaugurale della conferenza incontrai Gramie. Erano solo cinque mesi che non ci vedevamo, dall’addio a Christchurch, ma l’incontro era inaspettato. Chiamai Mick Jagger a Zurigo. Rimanemmo quasi sospesi e senza parole per l’emozione.
Qui per ora si chiudono i racconti neozelandesi. Ci sarebbero altri cammini, altre notti all’addiaccio, altre montagne e cascate e valli e mari di cui parlare, ma non ora. C’è poi una serie di storie che a queste si allacciano, di circostanze e rimandi che non ho chiarito, e che vanno dalla Spagna al Canada all’Australia alla Russia, intrecciandosi sempre in Italia. Magari un giorno mi rimetto a scrivere; magari racconterò a voce a chi è interessato.
Kia ora tatou e buona fortuna.
…the end.
Testo di Guglielmo, fotografia di Giulio