Solo oggi:
che bella femminuccia che sei
è proprio una femmina
parla come una femmina
che principessa
si vede che è una femmina.
Ma non si vede proprio un cazzo
si vede
una bambina che prova a stare al mondo
in un mondo
che continua a dirla femmina.
Inizierà a crederci?
Sì, è proprio così. Il genere inizia a crearsi fin da piccoli, come una gabbia di possibilità e divieti, di caratteristiche che possono diventare definizioni, confini. Vale anche per i maschi, anche se ai due generi sono associate quote diverse di potere. Anche l’identità maschile può diventare una gabbia, in cui non si può essere troppo dolci, troppo teneri, troppo affettuosi. A Emiliano abbiamo procurato due bambole, che quest’estate portavamo anche al parco, ed era tutto un giustificarsi da parte dei genitori dei bambini (maschi), se questi osavano giocarci: “Che strano, è un maschio, eppure vuole giocare con le bambole… noi a casa non ne abbiamo, eh, sarà la curiosità di una cosa nuova!”
“Oppure sarà che gli piace giocare con le bambole… a nostro figlio piace molto”.
Se “si creasse” sarebbe già una cosa decente, umana. Il problema grande è l’enorme violenza quotidiana a cui tutti, anche adulti, siamo sottoposti in questo senso. Quell’ossessivo respingimento entro i limiti del maschile o del femminile, a seconda. Io ho sempre giocato con le bambole 🙂