Autore: Carlo Congia
Si potrebbe dire molto di me, ma occorrerebbe farlo con parole inutili.
Macchina per cinguettio
Augurio
Pesante non sia il tuo passo
quando percorri il mondo
né cupo il cuore o l’occhio
ma passa leggero tra le cose
come in un meriggio estivo
l’alito che appena freme
le trine di una culla
dove quieto riposa un bimbo.
Poetica
Non perchè di noi rimanga traccia
inutile precario arabesco
nel racconto del nulla che ci aspetta
ma solo per innata urgenza
di un foruncolo che erutti
il carnaio dei bacilli uccisi
questo e non altro senso ha un verso.
Di uno strano viaggiatore
Se potessi, partirei senza assentarmi
saluterei chi rimane e chi raggiungo.
Respirando l’aria dei moli dal mio letto
le grida dei gabbiani e delle grù
miste al dolce ticchettio della mia sveglia
sarei dove non sono o potrei essere.
Partirei per terre selvagge e misteriose
lasciando un biglietto di commiato
che troverei io stesso, l’indomani
appuntato nel frigo con magnete.
Leggerei quelle parole di abbandono
e verserei una lacrima di addio
a quel gesto da poeta superato
appoggiato alla spalla consolatrice
del me stesso che è rimasto..
50 sfumature di giallo – (capitolo primo)
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Acrostico
Book trailer del libro in uscita su Amazon.it
il 15 settembre 2014
Il retrobottega dell’universo
Il maestro lo guardava
Ma come guardando le nuvole
Attraverso di lui.
E appese alle nubi tutto il corteo
Dei sogni inespressi
Quelli che il Mondo
Non avrebbe mai potuto permettersi.
Il maestro lo guardava
Ma come si guarda il ricordo di un fiore
Con le palpebre chiuse
Col respiro che lento
Partoriva universi
Lui ricordava quel sogno:
Quando un tempo, forse
Era stato vivo fra i vivi.
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