Le abbiamo studiate ma mai avremo pensato, da piccoli, di essere promotori di una rivoluzione. Invece oggi accade. Perché? Perché così non si può proprio. Accettare la realtà così com’è, adattarvisi come calzini ad un piede puzzolente, significa svuotarsi del proprio contenuto e riempirsi di schifezze. Schifezze, cioè condizionamenti esterni che come innumerevoli fili di altrettante marionette ci dicono come cavolo dobbiamo vivere, come dobbiamo pensare, come dobbiamo agire, come dobbiamo vivere e morire. Condizionamenti che ci spiegano quali sono le emozioni giuste e quali quelle sbagliate, per una realtà omologata. Ah, una cosa: questo non è pessimismo. Questo è realismo. Realismo che mi riesce difficile, perché io sono per natura un ottimista. Per questo voglio fare la rivoluzione. Rivoluzione significa “voltare”, voltare pagina. Voltare pagina con tutta la spazzatura che pervade le nostre membra. In futuro esisteranno le nanomacchine, microscopici robot capaci di entrare nel nostro organismo. Al solito sono le chimere che ci spaventano. Esistono già strumenti molto più raffinati, messaggi che trasferiti da qualche tipo di onda, di luce o di pressione che sia, che giungono ai nostri sensi e ci si stampano a fuoco nel cervello, nell’emotivo, nei gesti. Altro che nanomacchine, dovremmo preoccuparci delle nanopubblicità, delle nanopaure, delle nanosofferenze, del nanodenaro, del nanostress che ci pervade.
Ma da dove diavolo partiamo? Merda, manca il punto di partenza. Scrivo merda, perché merda fa rivoluzione, fa grandi eroi dai grandi ideali. E’ la politica, è la società, è la religione, è la famiglia? No. Perché c’è una cosa che va rivoluzionata a monte di tutto questo. Come una sorta di fonte prima della rivoluzione: una volta che da quella sorgente scaturisce il cambiamento, tutto cambia di conseguenza. Bisogna voltare, rivoluzionare, l’uomo e la donna. Non è questa una rivoluzione da quattro soldi, non è una rivoluzione esterna, quella che vi propongo; come menù serale vi consiglio quella che Nietzsche chiamava trasvalutazione dei valori. Con una novità, che i tempi sono maturi per cambiare le cose. Non sono le emozioni, non è l’intelletto, non è il corpo fisico, non è niente di tutto questo.
Quella che io desidero è una rivoluzione di cuori. So che a molti sembrerà stupido. Ma gli stupidi sono i molti, o forse solo ingenui. Io scoprii di avere un cuore circa un anno e mezzo fa. Prima pensavo d’avere solamente un cuore fisico, un “muscolo” me lo chiamavano! Invece ho scoperto di avere un cuore e guarda un po’, la rivoluzione deve iniziare dentro ogni singola donna e uomo, da un qualcosa che in molti pensano di non possedere. Il cuore è la bussola. E’ l’unico strumento che l’essere umano possiede per andare nella direzione giusta ed il termine giusto nemmeno serve definirlo quando si conosce il proprio cuore. Nessuno metterebbe in discussione che il nord sia a nord e chi conosce il potere del cuore sa bene che è quella bussola a dare l’unica direzione. A molti sembrerà stupido. Che rileggano alla seconda riga di questo paragrafo. Esiste un modo per scoprire il proprio cuore, esiste un modo per capire ciò che è giusto, esiste un percorso per diventare esseri umani, per diventare stabili come la montagna, calmi come il lago, ardenti di passione come il fuoco e leggeri come l’aria. Esiste. Esiste ed è per tutti. Tuttavia, per accedervi, bisogna decidere, una volta per tutte, senza possibilità di ritorno, senza dubbi, che si vuole tagliare con lo schifo che ci circonda e fare la rivoluzione.
Se non voltiamo pagina noi, chi lo farà? Io voglio fare la rivoluzione ed ecco da dove inizia.
Giulio
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