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Giulio
Parole in origami attraverso la volta del cielo
L’uso sempre più diffuso di droghe e psicofarmaci somiglia tanto al tagliare con impegno ed altrettanta inconsapevolezza il ramo sul quale siamo adagiati a cavalcioni.
Mentre praticavo Zazen nei pressi di una delle sempre più rare spiaggie naturali del sud Italia udivo alcune persone in passeggiata lamentarsi dei riufiuti che la marea ri-portava sulla battigia.
Ci viene restituito quello che abbiamo seminato, ecco una legge naturale sulla quale sarebbe il caso di riflettere. E ciò vale tanto per il mondo esterno che ci abbraccia, quanto per il mondo che respira dentro di noi, dove il nostro veicolo fisico è una semplice interfaccia che risponde ad un software fisiologico, mentale ed emotivo ben più complesso.
Siamo delle spugne, proprio quelle che vivono sui fondali marini. Assorbiamo.
Un grande maestro del passato, Lucio Anneo Seneca, esortava i contemporanei a ricercare l’Arte del Vivere, un Sentiero che avrebbe condotto l’essere umano a maggiore felicità e pienezza.
L’inquietudine, il malessere, le malattie psicosomatiche e tutte le afflizioni mentali che ci lacerano, hanno sovente un’unica causa che va indagata nell’unica domanda possibile: ” Come ” – vivo – io?
Sig. Paolo Facchini
Dalle pagine di un diario…
…per alcuni miei fratelli di Pratica.
Se non ora, quando?
Domenica 13 febbraio
Leggevo queste scritte sui cartelloni in piazza Italia, alla manifestazione delle donne contro il governo. Là, in mezzo a quella folla, mi chiedevo perché mille manifestazioni non abbiano sortito effetto, contro un governo che poco ha di democratico e tanto invece di dittatura.
Lunedì 14 febbraio
Cerco casa. Forse la trovo, poi mi sfuma davanti. Ma non importa. Importa che se non trovo un contratto indeterminato non ho garanzie da dare alla banca per aprirmi un mutuo col quale comprare casa, e allora devo andare in affitto ma se non ho nemmeno un contratto determinato non ho garanzie di riuscire a pagarlo questo affitto così col mio rosicchiare lavori poco riesco a fare e la mia situazione rimane stagnante, in una casa che non sento più mia. Verrò a vivere tra i monti, oh aquila alpina?
Martedì 15 febbraio
Tutto non si riesce a prendere nella vita. Posso allargare i miei tentacoli, ma la giornata è fatta di 24 ore e qualcuna bisogna pur dormirla. In cambio posso dire che non mi stufo. Ho la bellezza di 3 lavori. Sono fortunato. Anche se per vedere i prossimi soldi mi tocca aspettare aprile-maggio, dicono, dei quali mezzi li dovrò versare in tasse. Faccio un sorriso largo, ostentato, che sembra un aprire la bocca quasi per mordere qualcuno.
Mercoledì 16 febbraio
Non capisco perchè io non riesca a trovare un equilibrio, cazzo, una via di mezzo. O troppo lavoro, o troppo poco. O mi ammazzo con 14 ore al giorno o mi gratto i cosiddetti. Gli ultimi 3 anni sono stati una continua altalena tra il troppo e il troppo poco. Io non sono incostante, è l’offerta di lavoro che è incostante, e io prendo quella che c’è, quando c’è. Mi tocca. Stagionale? Avanti, presente! Almeno così i soldi non mi mancano mai, e posso offrire alla mia ragazza una cena quando usciamo assieme.
Giovedì 17 febbraio
A fine giornata potrei avere del tempo per me stesso. Mi sono alzato alle 6.30 e sono tornato a casa alle 22. Faccio cena. Dopo, prima di andare a dormire, posso rubare 15-30 minuti che sarebbero stati di nanne per…per…? Ad inizio giornata potrei avere del tempo per me stesso. Posso rubare 15-30 minuti al sonno per… per…? Mi siedo su una sedia, e con fare meditabondo mi piego in avanti, appoggiando il gomito sul ginocchio destro e la mano sul mento, sorreggendolo. Sono minuti importanti, questi, gli unici per me. Non vanno sprecati. A cosa li destino? Allora mi chiedo, tra tutte le migliaia di cose che mi balzano in testa, quali posso rimandare al giorno dopo e quali, o quale, posso farla solo oggi? Allora comincio a sfoltire la lista…Un libro posso leggerlo anche domani, un film posso guardarlo più avanti, eccetera. Passo in rassegna tutte le possibilità, tutte tranne una. E allora capisco. Là mi fermo, ho trovato la risposta. E allora mi ricordo di una frase, sentita per un caso analogo…
Se non ora, quando?
Giacomo
La Via verso la perfezione è infinita.
E coloro che hanno la paura del Lavoro
non calchino nemmeno questa strada
già colma delle ossa di quanti
non seppero combattere
i loro desideri
inutili.
Aforisma posto sull’architrave di una antica Scuola Taoista.