Chissà che cosa racconteranno, un giorno, a quelli che saranno due adulti e le cui sequenze geniche già ora, pur non essendo ancora nati, hanno già abbondantemente sorpassato il loro quarto d’ora di popolarità warholiano, occupando pagine web, quotidiani, rotocalchi e tra un po’ anche fanzine. Chissà se diranno loro che sono nati da un errore, da una provetta scritta male, da un caso di malasanità e pure in un ospedale intitolato ad un uomo nobile di questo paese. Chissà come glielo diranno. Chissà se quei due individui, o anche uno solo dei due, farà il biologo o il ricercatore o quel mestiere l’avrà in odio perché qualche biologo, da qualche parte, deve aver commesso l’Errore. Chissà se saranno amati di meno, per questo.
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parafrasando borges
Uomini che scavano nei meandri più reconditi della materia, alla ricerca dell’infinitesimamente fondamentale, e forse lo trovano.
Una donna che guarda il cielo, e prevede la sua rabbia.
Un uomo che sogna pianeti lontani.
Chi si perde nei viaggi di cellule impazzite, le insegue, le scruta, le riconosce.
Una donna che pretende metodo e accuratezza, che chiede di non dare per scontato, che oggi non significa sempre.
Un uomo che getta un ponte tra miliardi di numeri e la logica dell’architettura umana.
Un uomo che sfida la privatizzazione della conoscenza nella ricerca, e chi lo aiuta a boicottare i giganti.
Chi sfida i limiti, e rischia, per comprendere.
Una donna che dimostra che la parità e la giustizia di genere, nella ricerca, sono ancora lontani, e le chiede con fermezza.
Tutti questi ricercatori, che si ignorano, stanno salvando la ricerca.