Un fatto, m’han detto, ma dai, che roba, è successo, un dolore, che vuoi, chissà dentro, mi spiace, e dire, tu pensa.
Ti spiace?
Mi spiace, certo, mi spiace.
Sollevata, però, sospiro: “A me, a noi, non capiterà”.
Poi, il nome.
Mia figlia, mia madre, io.
La disgrazia, di colpo, tragedia.
E guarda quanti, lì a guardare!
Ah, perché proprio io?
Se solo un altro, un altro qualsiasi!
Sarebbe diverso?
Sì, sarebbe diverso.
Per me, sarebbe meglio.
Arianna

Acquerello di Niccolò Da Ronco